PARTICOLARI UTILI PER L’IDENTIFICAZIONE
Lunghezza dalla punta del becco alla coda 90 cm, apertura alare 120 – 155 cm.
Colore nero, mento e guance con macchie bianche; in abito nuziale presenta caratteristiche macchie bianche “ai calzoni”. Becco leggermente uncinato. In volo ricorda una croce, per la proporzione tra collo e coda. Gli esemplari giovani sono riconoscibili per una maggiore estensione di zone chiare nelle parti inferiori.
COMPORTAMENTO
È un esemplare ittiofago, ottimo tuffatore. Ben adattato ad acque sia dolci sia salate, cattura la preda in acqua, ma risale in superficie per ingerirla, intera. A differenza di molti uccelli ittiofagi, non è dotato di piumaggio impermeabile. Per questo è facile osservarlo in posizione di riposo caratteristica, detta posa araldica, eretta ad ali semiaperte, nell’atto di asciugare il piumaggio al sole e all’aria.
I cormorani sono animali sociali, si riuniscono per riposare e volano spesso in formazione. Il volo rapido e costante gli permette di affrontare lunghe migrazioni.
Nidifica in colonie.
Il maschio sceglie il luogo adatto alla cova, poi porta alla femmina il materiale per costruire il nido – una piattaforma fatta di legni, rami secchi, canne e vegetazione acquatica (erbe palustri, muschi) foderata con alghe marine se il nido è lungo le regioni costiere, invece con erba o foglie se è invece nell’entroterra.
Il cormorano impiega cinque settimane a costruire il nido. Da fine febbraio vengono deposte 3-4 uova azzurrognole, covate da entrambi i genitori per quasi un mese. I piccoli ricevono cure parentali per i primi 4 mesi circa. L’elevato tasso di sopravvivenza della prole ha permesso al Cormorano di ricostituire colonie numericamente consistenti. In passato infatti era stato oggetto di vere e proprie persecuzioni, in quanto considerato dall’uomo, un competitore nella pesca.
HABITAT
Zone costiere, estuari, laghi costieri ed occasionalmente acque interne. Difficilmente lo si avvista lontano dalla costa.
Nella Salina di Comacchio è stanziale.
CURIOSITÀ
Da oltre mille anni in Oriente esiste la tradizione della pesca Ukai, una tecnica che prevede l’addestramento di cormorani, dei quali si sfrutta l’infallibile abilità nella cattura delle prede.
Agli uccelli veniva applicato un anello al collo per impedire che ingoiassero la preda, ma al termine della battuta di pesca, ogni pescatore, che aveva con sé anche una decina di uccelli, condivideva con loro il pescato.